Giorgio Morandi è il pittore che ha operato positivamente durante il periodo metafisico. Nasce a Bologna nel 1890 e ivi muore nel 1964. Di natura austera, ricercatore di effetti puri, dipinge quasi esclusivamente nature morte che per lui hanno il valore di meditazioni sottili, uniche, colloqui col sogno e con l’invisibile (Bottiglie e fruttiera, 1916). Punto di partenza per Morandi è la pittura metafisica che lo porta ad impostare l’accento sul dato plastico e spaziale. Nel 1918, sotto l’azione di de Chirico e Carrà, l’accento si eleva e le forme si induriscono (Natura morta metafisica, 1918). Negli anni successivi la luce diventa la qualità stessa del mezzo spaziale che perde in profondità ribaltando sul piano le sagome delle nature morte. La grandezza del pittore è nella capacità di conferire una dimensione indefinita, un senso di arcana pregnanza allo spettacolo quotidiano degli oggetti più umili. Giorgio Morandi rappresenta la coscienza pura di un’arte che deve ritrovare delle basi reali nell’impegno e nella concretezza.
Morandi è poesia senza parole.