Cinque poesie di Michele Nigro da “Nessuno nasce pulito”, Edizioni Nugae 2.0 – 2016

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<<… lo stile di Michele Nigro è unico, personalissimo, con chiari riferimenti alla sua variegata formazione, cosa che ne fa un autore completo. Padroneggia il linguaggio, alquanto ricercato, tanto che le sue poesie sono ricche di minuzie che creano nel lettore vere e proprie immagini. Ottime le costruzioni sintattiche (diverse dislocazioni), utilizza ossimori (prigionieri liberi, presente assente), scomoda l’antropologo Marc Augé e i suoi “non luoghi”. Mentre l’opera è pregnante di scienza e filosofia, la religione viene sfiorata, vorrebbe quasi accantonarla, ma il palese laicismo deve necessariamente confrontarsi con la filosofia e la religione. La sua opera è un viaggio sulle ali dell’incertezza, con continui attacchi al presente, un ciclico tornare indietro per la preoccupazione di aver vissuto male, o quantomeno di non aver vissuto fino in fondo la propria vita. Non c’è paura, però, né del buio né dell’avventura…>>

(dalla Prefazione di Antonio Scarpone)

 

Acidità di cervello

Non tace dentro di te il capriccio del possesso
troppo forte è lo scellerato grido liberatorio
di una falsa vendetta che lascia intatta la sete.

La trasfigurazione renderà l’oggetto
incondivisibile e unico in eterno.

Intercetto il tuo odio malato, l’ho vissuto
assomiglia alla frustrazione del mondo.
Il non detto che sembrava amore
scava gallerie dolorose e inguaribili in una dignità precaria.

Come aerei primordiali incapaci di prendere quota
restiamo a terra senza confronto, a nutrirci di ipotesi e paranoie
impotenti e orgogliosi, inferiori per convinzione.

La speranza è nel decadimento naturale
di un ossessionante io,
nel riscoprire la voglia di ridere di sé.

 

Assertiveness

Un colorato e gentile muro di gomma
il mio destino nel mondo,
da oggetto orbitante e in attesa di ordini
divento affermato asse terrestre di me stesso.
Con un sorriso declino l’invito ad allinearmi
diplomazia delle idee non seguita da consensi passivi
uscendo non sbatto porte, non urlo
e non scuoto la polvere dai sandali
archivio tutto in me, ne faccio tesoro distinguendo
il bene a pelle dal vostro dogma.

Il fuoco delle esperienze personali
scalda un cuore ancora acerbo
destinato a divenire libero.
Conosco il sentiero indipendente,
l’ho immaginato mille volte,
non rinuncio ad angoli di futuro
proietto sullo schermo dell’arbitrio
la passione per l’io.

Ed è così che allontano i maestri della domenica
e i profeti non vedenti.
Sto bene in mia compagnia, mi coltivo
guardiano dei miei spazi e dei pensieri,
non più cercatore ma cercato.

 

Disfatta

Dietro un’apparente e silenziosa quiescenza
si riarma virulento e inesorabile
l’antico progetto della disfatta.

Non sarà la rabbiosa impotenza
a trasfigurarti, martire da copertina
ma l’incrollabile sorriso profetico
che paziente precede una meritata caduta.

 

L’attesa

La ragione è un passeggero calmo
diretto verso il centro trafficato della verità
con l’ultimo treno paziente.
Quello che in principio era un critico disagio
si trasforma nel disegno intelligente dell’istinto
conferma ora gioiosa di confusi intuiti.

Attendi fedele senza conoscere orari e velocità
accanto al binario di un futuro privo di nebbie
mentre i contorni indefiniti
di una vittoria solo immaginata
diventano sempre più chiari,
stazione dopo stazione
curva dopo curva.

Inconsapevole puntualità.

 

Pensione esotica

Sarai ovunque, padrone del futuro
sradicato abitante del mondo
libero, senza piante da innaffiare.
Azzerando il passato, in cerca di una vita primitiva
non se ne accorgerà nessuno
della nuova esotica visione che avrai di te.
Erediterai i frutti del comportamento
dopo la veloce lettura di un testamento prevedibile.

Con i nodi di sangue slegati dal tempo
e i destini induriti, dissolti dalla morte
ti darai l’assoluzione durante il secondo tempo
di un’esistenza lenta ma forte.
Poche tracce alle spalle, cancellate da silenzi studiati
un naufragio meditato e calcolato
cancellerai il nome dall’anagrafe e dalla storia locale.

Non essere mai stato,
anche se di tanto in tanto
la molla dolorosa dei ricordi ti riporterà a casa
con la valigia sempre pronta, per riprovare a dimenticare.

Michele Nigro nato nel 1971, vive a Battipaglia (Sa). Si diletta nella scrittura di racconti, poesie, brevi saggi, articoli. Ha diretto la rivista letteraria “Nugae” fino al 2009 e attualmente cura il blog personale “Nigricante” http://michelenigro.wordpress.com

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