“Variazioni sul tema” di Paolo Ruffilli, Aragno Editore -2014

RuffilliVariazioni

 

La prima opera antologica di Paolo Ruffilli che raccoglie il meglio della sua produzione lirica dagli esordi agli anni ’90.

«A contare nell’in sé del lavoro di Ruffilli, è la sua interna e ossessiva coerenza, nel rivendicare come centro della sua ricerca, per citare un suo frammento, “il dato, ma non / memoria o nostalgia”. Il dato, il segno, certamente – resi, nella pronuncia, quasi minerali, come reperti fossili di un’altra era, l’era antichissima o futura del dolore». (Giovanni Raboni)

(Ride mia madre
rovesciando il viso,
e muove appena
i capelli ondulati
indietro sulla schiena.
il giovane magro,
oltre lei levando
pensoso lo sguardo,
sta come incerto
di un sorriso.
nella tiepida sera
che si indovina.)

Ai cespugli del fiume
guidò mia madre
il primo innamorato
e suo fratello geloso
spiando i loro passi
gli correva dietro
tirando sassi.

Cadde di mattina
in un addestramento
prima di partire
per il fronte.
E a lei andò, con
l’eco della gloria,
il poco che tra i resti
fu trovato.

Sfogliandone i ricordi,
sempre ho pensato
a quel che era e che
poteva non essere stato,
al caso cui si lega
ogni storia.

*

(Mia madre
mentre getta
indietro la testa
sulla camicetta
di seta, sorridente.
in un cappello
nero. L’abito
leggero, fantasia.
Con una mano
stretta sulla gola.
Piena di vita,
ardente.

*

È la cancellazione
progressiva delle
presenze care o note,
il conto che comincia
a non tornare. Il
margine sempre più
sottile, man mano
che si fanno falle
e vuoti tra le file.

«È l’incontro della parola trovata e della zona del concreto, dell’immediatamente identificabile, la cifra della poesia di Ruffilli L’ossessione dei minimi accadimenti, dei luoghi e delle circostanze, salvata dal progetto di un diario, che testimonia una vicenda al di là delle apparenze e delle abitudini; e la sua dinamica, consegnata a una scansione breve, dal timbro lieve, frutto del più raffinato artificio. In un soffio che, tra una battuta e l’altra, traduce la perplessità in distacco». (Vittorio Sereni)

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