Inferno, Canto X: VI cerchio: Farinata degli Uberti, Cavalcante dei Cavalcanti Ora sen va per un secreto calle, tra ‘l muro de la terra e li martìri, lo mio maestro, e io dopo le spalle. «O virtù somma, che per li empi giri mi volvi», cominciai, «com’ a te piace, parlami, e sodisfammi a’… Continue Reading
La poesia non è una puttana… (parola di Dante Alighieri). Dopo Roberto Benigni. Intervista rilasciata dal prof. Giovanni Caserta a Carlo Abbatino, giornalista de “La Nuova del Sud”.
Dante è sempre sommo. Ed è popolare, come tutti i grandi. L’ultima riprova è venuta dalla televisione: Benigni ha recitato il XXXIII canto del Paradiso, facendo un ascolto, si dice, di 12 milioni di telespettatori. E fin qui niente di straordinario, almeno a considerare il fenomeno in sé. Molti spettatori erano già sintonizzati sul comico… Continue Reading
I MAESTRI: Carmelo Bene legge Dante, Inferno, Canto XXVI, vv. 76-142
Poi che la fiamma fu venuta quivi dove parve al mio duca tempo e loco, in questa forma lui parlare audivi: «O voi che siete due dentro ad un foco, s’io meritai di voi mentre ch’io vissi, s’io meritai di voi assai o poco quando nel mondo li alti versi scrissi, non vi movete; ma… Continue Reading
Nel 750° della nascita di Dante … essere in carità è qui necesse (Paradiso, III, v. 77), di Giovanni Caserta
L’Inferno era il regno delle tenebre, ovvero dell’”aria sanza tempo tinta”. Non esistevano stelle. “Quivi sospiri, pianti e alti guai / risonavan per l’aere sanza stelle” (Inferno, III, vv. 21-30). Vi folleggiavano “tre furie infernal di sangue tinte, / che membra femminine avien e atto / e con idre verdissime eran cinte; / serpentelli e… Continue Reading
I MAESTRI: Giorgio Albertazzi legge Dante, Canto V, Paolo e Francesca
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense». Queste parole… Continue Reading
Dante Maffia legge il Canto XIII dell’Inferno di Dante Alighieri
Nessun poeta mai mi ha intimorito e reso quasi impotente alla scrittura se non Dante e mi ha molto consolato apprendere , in tempi recenti, che lo stesso effetto ha prodotto su Osip Mandel’stam che, una volta liberatosi dal timore riverenziale, anzi dallo stordimento, è entrato nella Commedia con una profondità che nessun dantista mai… Continue Reading
“Nel mezzo del cammino verso Roma”. Dante e l’allegoria del Veglio di Creta (Inferno, XIV, vv. 94-120), letta da Marco Onofrio
(…) «In mezzo mar siede un paese guasto», diss’elli allora, «che s’appella Creta, sotto ‘l cui rege fu già ‘l mondo casto. Una montagna v’è che già fu lieta d’acqua e di fronde, che si chiamò Ida; or è diserta come cosa vieta.
I MAESTRI: Dante Alighieri, scelto da Pasquale Balestriere
Con Dante, maestro indiscusso della poesia, apriamo la nuova rubrica “I MAESTRI”. Pubblicheremo tutte le domeniche una poesia di un autore da voi scelta e giunta in redazione. erato2.0@libero.it Dante, La Divina Commedia, Inferno, XXVI, 85-142 Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica; indi… Continue Reading




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