Rispolverare i classici: tre poesie di William Blake

220px-William_Blake_by_Thomas_PhillipsWilliam Blake nacque nel 1757 a Londra. Poeta, pittore e incisore, fu attratto con uguale intensità dalla poesia e dalla pittura. Frequentò una scuola di disegno e, in seguito, la bottega dell’incisore J. Basire. Aiutato da alcuni amici, pubblicò nel 1783 il suo primo volume di poesie, Poetical Sketches (Bozzetti poetici). E’ del 1789 la raccolta Songs of Innocence (Canti dell’innocenza) e, nel 1794, pubblica Songs of Experience (Canti dell’esperienza), che contiene la poesia più celebre, The Tyger (La tigre). La luce interiore fu la vera forza ispiratrice di Blake che lo rendeva un veggente. Sosteneva di avere visioni degli angeli e di Dio e di essere visitato dalle anime dei grandi poeti del passato (Omero, Virgilio, Dante…). Per lui l’immaginazione era una percezione soprasensoriale che metteva il poeta in contatto diretto con l’Essere supremo. Il suo voleva essere un messaggio nuovo: il trionfo dell’istinto e della libertà sulla morale, sulla legge e sulla schiavitù. Il fascino del linguaggio nasce dalla prepotente novità degli accostamenti, dalla fastosità delle immagini. Scrive attraverso simboli, e la natura gli offre la più ampia scelta di verità simboliche, di qui la preferenza ad un linguaggio concreto, pieno di significati. Tra il 1825 e il 1827 eseguì le incisioni per le illustrazioni della Divina Commedia. Morì a Londra il 12 agosto del 1827.

LA TIGRE

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l’immortale mano o l’occhio
Ch’ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?

Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l’Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?

 

NON CERCARE MAI

Non cercare mai di dire il tuo amore,
Amore che non può essere mai detto;
Il gentile soffio si muove
In silenzio, invisibile.
Dissi il mio amore, già, dissi il mio amore,
Il cuore le apersi;
Tremando, gelando, in orrenda tema,
Ah! Lei, lei se ne andò.
Appena mi lasciò,
Un viandante passò,
In silenzio, invisibile:
Gli bastò un sospiro, la prese.

 

IL SORRISO

C’è un sorriso d’amore
E c’è un sorriso della seduzione,
Un sorriso c’è dei sorrisi
Dove s’incontrano quei due sorrisi-

C’è un aggrottamento dell’odio
E c’è un aggrottamento di disdegno
Ed un aggrottamento c’è degli aggrottamenti
Di cui invano pensate di scordarvi-

Poichè a fondo nel profondo del cuore penetra,
E affonda nelle midolla delle ossa-
E mai nessun sorriso fu sorriso,
Ma solo quel sorriso solo,

Sorriso che dalla culla alla fossa
Sorridere si può una volta sola,
Quando è sorriso,
Ha fine ogni miseria.

(traduzione di Giuseppe Ungaretti)

5 commenti
  1. Nessuno degli uomini colti di Londra conosceva William Blake , che verso la fine del ‘700 aveva aperto in pieno centro di Londra un negozio di stampe , grazie alle sterline del padre, ricco commerciante . Blake era un ottimo disegnatore e incisore , ma assolutamente digiuno di lettere e filosofia. Era un modesto autodidatta che aveva letto due soli libri: Il Paradiso perduto di Milton e la Bibbia di re Giacomo. Per cui , quando uscirono ( a sue spese) i due volumi di Canti dell’innocenza (1789) e Canti dell’esperienza (1794) , una sorta di ballata popolare fusa con un simbolismo criptico – il primo – e un impulso visionario e una dose di corrosiva critica sociale,- il secondo – si gridò al miracolo . Nella sua poesia c’era una straordinaria carica innovativa e le due raccolte di liriche – incise su rame e decorate con disegni dell’autore secondo una tecnica particolare di “illuminated printing” – mescolando visivamente pittura e poesia, attuavano una sintesi delle due arti, anticipando di almeno un secolo la diffusione di tale singolare arte.
    Si gridò al miracolo, si sciolsero inni e canti nei confronti del giovane William. Il disegnatore, l’incisore era stato toccato dalla grazia. E il primo ad esserne convinto fu lui stesso , che ripeteva agli amici che quando l’individuo è toccato dalla grazia può dirsi prosciolto da ogni vincolo della legge morale. Perché è direttamente guidato dallo spirito.
    Dal fiume di parole dei suoi unici libri che conosceva ( ma davvero bene), lo stampatore londinese era risalito alla sorgente , a quel luogo interno, alla verità, o a quello che lui credeva la verità.
    E la verità qual era? Che la gente , la società era malata di Egoismo ( Self-hood) , ovvero il grado più basso della condizione umana: l’inferno a cui può ridurci la ragione indifferente che calcola e che separa gli uomini dagli altri uomini.
    Tutta l’opera di Blake contenuta nei libri profetici , che determinarono la sua fama, –
    da “Il matrimonio del cielo e dell’inferno” a “Il libro di Urizen” , “America”, “Milton”, “Gerusalemme”, “Vala “, e “I quattro Zoas” , – è un appello a uscire dal labirinto di inganni in cui siamo imprigionati, in nome di ciò che siamo stati e ancora potremmo essere, ossia simili ad angeli, esseri divini, vicini a Dio.Per tornare nel “paradiso perduto” dobbiamo spogliarci di tutto, dobbiamo eliminare qualsiasi contesto o limite che impedisce alla mente umana di raggiungere il divino .
    Del resto Nulla di ciò che appartiene al mondo creato ha veramente valore.. grande poeta mistico e visionario , Blake offre la rappresentazione drammatica della falsità morale e della natura divina , dell’energia dell’immaginazione , la negatività delle ideologie meccanicistiche nate dall’industrialismo , l’unità mistica dell’universo . Blake era uno che amava stupire amici e lettori con i suoi straordinari reportage dagli abissi del cosmo.
    Presentò le sue visioni – poesie e incisioni – come se fossero davvero immediatamente apprensibili da tutti coloro che volessero affidarsi al linguaggio totalizzante dell’arte. Era in qualche modo contemporaneo di pensatori tedeschi
    che non aveva mai letto, di cui anticipò la diagnosi sui mali della cultura moderna , tutti riconducibili alla disgregazione della psiche e all’alienazione dell’individuo dalla proprio vera identità. Nel matrimonio del cielo con l’inferno Blake – secondo Auden – anticipò, col tono dell’oracolo , tutto quello che , un secolo più tardi , avrebbe esposto Sigmund Freud.

  2. Casrissimi di Erato, posso contribuire alla celebrazione diel grande William Blake con una poesia contenuta nel mio Odor del Gelesomino egeo? (La vita felice, 2014). Sono una fan del poeta ribelle!
    Helene Paraskeva

  3. Che coincidenza, Blake! Proprio oggi mi è capitato di prendere in mano questa stessa edizione e avere uno scambio di opinioni su un’altra sua poesia dal titolo “The Mental Traveller” in un contesto alquanto improbabile…

  4. L’ha ribloggato su vengodalmaree ha commentato:
    C’è un sorriso d’amore
    E c’è un sorriso della seduzione,
    Un sorriso c’è dei sorrisi
    Dove s’incontrano quei due sorrisi-

    C’è un aggrottamento dell’odio
    E c’è un aggrottamento di disdegno
    Ed un aggrottamento c’è degli aggrottamenti
    Di cui invano pensate di scordarvi-

    Poichè a fondo nel profondo del cuore penetra,
    E affonda nelle midolla delle ossa-
    E mai nessun sorriso fu sorriso,
    Ma solo quel sorriso solo,

    Sorriso che dalla culla alla fossa
    Sorridere si può una volta sola,
    Quando è sorriso,
    Ha fine ogni miseria.

Scrivi una risposta a Franco Floris Cancella risposta