“L’evoluzione delle forme poetiche” vuole essere un consuntivo, un archivio storico realizzato per le scuole. Raccoglie una vasta scelta di autori che operano nel settore “poesia” al fine di poterne studiare le modalità di oggi, attraverso gli stili e l’evoluzione che hanno subito negli anni le forme poetiche, mettere a confronto i poeti stessi e le loro diverse posizioni di fronte alla parola scritta che ha attraversato il tempo e le sue varianti. Una testimonianza, questa, della nostra tradizione poetica quale percorso significativo di una cultura contemporanea, configurata nei suoi tracciati differenziati, alla ricerca di prospettiche novità del linguaggio, quale forza segreta di una sostanza esistenziale che la rappresenti”. Ninnj Di stefano Busà nell’Introduzione
Il tempo è un fiume
che scorre lento, placido
a tratti, ma solo nel suo
corso di pianura, perchè
da giovane corre veloce
e impetuoso, salta trabocca
e spande. E tuttavia, placato,
è pronto a ripigliare forza
e intorbidando l’acqua chiara
e ferma a rompere
gli argini e le sponde,
a strabordare e travolgendo
e sradicando tutto fuori
dal suo corso
ad affogare.
Paolo Ruffilli
*
Rispondi, padre che nel sonno affondi
e non un fiato muove la moschiera
e spento sembri come l’orizzonte…:
dobbiamo continuare il nutrimento?
Preparare ancora un’altra tela?
Eugenio De Signoribus
*
Mi piace pensare che i morti
formino la nostra coscienza
che le voci a lungo ignorate
in qualche modo riemergano
dal gelo dei marmi corrotti
mi piace pensare che l’alba
non sia sangue, ma luce
monito e non condanna
per chi come noi è rimasto
a contemplare lo stesso cielo.
Luca Cenisi
*
Tu non sai cos’è la luce
che vince ogni anfratto d’ombra
e sbacconcella la mela
nella bocca della ragazza del Sud
Qui gli occhi hanno fame
e si spalancano feriti allegramente
Tu non sai cos’è la luce,
la sua essenza d’anima scarnificata
dove non resta nulla di celato
Neppure la brace sotto il fuoco
nelle sere d’inverno.
Daniele Giancane
*
I veri santi, le anime più pure
sono innumerevoli. Vivono
senza pensiero di lasciare traccia.
Che nome hanno i muratori
Del Castello? Silenzio, forse,
anonimo?
Ma questo è il vero silenzio?
O è invece la parola nella cosa,
il pensiero più vivo nell’atto,
più forte della voce, più vero
nell’esserci, più vero
di una sempre disperata
traccia?
Maurizio Cucchi
*
Potrei morire e rifiorire
svuotarmi di lime perfette
di corpi, di resti distorti.
Morire attaccato ad un fiume
conle braccia più nere del vento.
Rinascere poi su un pezzo di gelso
in un mare o su un colosso più duro.
Ma è proprio ciò che mi spaventa
questo colosso che non conosco
questo corpo supremo fatto di firmamento
di fazzoletti d’orto
senza tempo.
Luciano Nota
*
Canto di memoria
tremante febbre a tentoni nel tempo
sguarnita commozione libera da orpelli
come bandiera al vento.
Per te rigoglioso si inalbera il silenzio
e si apparecchia la quiete
come abitudine antica
estranea al sentimento;
quel sentimento oscuro e desueto
tra desiderio e timore,
turgore adulto di una visione antica e dolce
specchiata sulle labbra diafane del mondo.
Leopoldo Attolico
Un pensiero grato e un augurio di Buon Natale
leopoldo –