“Quasi sorriso”, inedito di Luciano Nota

 

quasi sorriso

C’è parte di noi
un di più che non oso spiegarti
in quel mucchio di panni distorti.
Dici, è meglio star zitti
alzarci e far finta di niente.
E’ questo che vuoi veramente?
Se il sole non batte sul vetro
figurati se picchia sul bordo!
Ma il livido allarga la schiena
sradica e pianta le foglie.
E’ viso, quasi sorriso
quel grido che pressa la fronte.

3 commenti
  1. Avatar di Maria Grazia Di Biagio
  2. Avatar di Giorgina Busca Gernetti
  3. Avatar di Giuliana Ferrara

    All’inizio Nota raccontava cantando e gridando tutta la sua prosa fatta di lacrime e terra. Naturale per lui nato poeta. Col tempo la crescita e la ricerca dell’anima si sono impossessati sempre più della sua penna. Presenze meravigliate e costanti fatte di nero e luce con numerosi frammenti a volte contrastanti nel tentativo di disegnare il ritratto di un uomo, genio ed artista, che ha concepito una nuova visione del circostante. Poeta che è riuscito a creare volontariamente effetti sconvolgenti, immagini acute nell’usare l’ironia, capace di proporre inquietudini sul senso dell’esistenza e sul significato del vivere. Si è nutrito di tutto, ha scandagliato come un esploratore ogni angolo, ha ricercato con avidità ogni elemento che potesse fornire una nuova visione, una creazione di immagini avvolte da una profonda e magica poesia. Ma il suo percorso artistico è sereno, procede attraversando un diverso periodo, lo noto da questa sua ultima prosa, e sempre con una maestosa tranquillità: vi sono momenti di intensa contemplazione, di silenzio ed immobilità, di classicismo e nuovi ritmi, ma egli rende sempre omaggio agli obblighi inderogabili di una severa disciplina dell’anima.

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