Inauguriamo questo dicembre la collana Trentaminuti, di cui si è già parlato in queste pagine di Èrato: l’inizio è affidato al racconto breve di Donato Antonio Loscalzo, Il rintocco mancato, con un protèsto (cioè un’apologia breve in chiusura) di Enzo Spera.
Ci si trova a girare tra i vicoli di Accettura di oltre un secolo e mezzo fa, l’ambientazione è storica ed anche locale, ma il racconto non è solo questo; la danza macabra in copertina anticipa la nota spettrale che è in uno con la ritualità magico-religiosa del mondo demartiniano e intreccia i soliti dilemmi che la storia postunitaria solleva.
Seguirà una gita Fuori porta, a firma di Antonella Mauro – con un protèsto della sottoscritta – contemporaneo, ironico, psicologico; vi sorprenderà poi Squagliasole di Alfonso Tramontano Guerritore, che porta in scena una storia insieme lenta e veloce, ambientata in carcere, nel suo consueto stile che distilla parole, con un protèsto di Pasquale Vitagliano.
Maria Schirone solleva il velo che ricopre l’enorme tema della violenza adoperata come strumento educativo e perciò normalizzata mentre cela abuso, in un tempo per fortuna lasciato alle spalle, con Togliti gli occhiali, con protèsto di Chiara Tortorelli.
Blu e sirene a Lampedusa, racconto di Francesco Mauro ambientato tra fichi d’india ed echi di guerra, accompagna ancora un salto nel passato, con il gusto della digressione contemplativa, con un protèsto di Yuri Di Gioia.
Chiude questa prima serie di Trentaminuti il graffiante Una cura popolare, di Porzia Tansillo: che l’autrice o l’autore rimanga ignoto dietro tale pseudonimo aggiunge altra facezia al sale della storia. Più che nel genere erotico, si sfocia nel motto di spirito, con un protèsto dell’editore Antonio Trivigno.
Maria Grazia Trivigno




