Marzo rimescola paglia e farfalle
nell’aria più liscia.
Affondo il piede nella buca
di terra che la talpa
ha rimosso da poco.
(Leonardo Sinisgalli)
E a marzo nacque Leonardo Sinisgalli il giorno 9, nel paese lucano di Montemurro.
Così il prossimo 25 marzo a San Donato Milanese, presso Cascina Roma, è in programma un evento per ricordare la sua permanenza in Eni a partire dal 1958 in veste di consulente per la comunicazione.
La scelta del luogo è fortemente simbolica: a San Donato Milanese si trova infatti il quartier generale di Eni e lì è sorta per volontà dello stesso Enrico Mattei Metanopoli, la “città del metano” destinata ad accogliere l’umanità che in Eni aveva trovato un lavoro e dunque una casa.
Tra le inclinazioni della mente poliedrica di Leonardo Sinisgalli, accanto alla poesia, alla matematica, alla fisica e alla chimica, vi era anche l’attitudine al disegno, all’elaborazione grafica, alla comunicazione. Enrico Mattei lo volle perciò responsabile del marketing (ante litteram) della sua azienda.
L’incontro in programma per il giorno 25 marzo permetterà di rivivere le campagne di comunicazione in Eni durante i fortunati anni del miracolo economico.
Affronteranno il tema Elio Frescani, docente presso l’Università di Salerno, Luigi Beneduci, direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli di Montemurro e Biagio Russo, membro del Comitato Scientifico della Fondazione stessa e pioniere degli studi su Leonardo Sinisgalli.
La conferenza sarà moderata da Ruben Razzante, docente presso l’Università Cattolica di Milano, e sarà aperta dai saluti del sindaco di San Donato Milanese, Francesco Squeri, del Direttore per la Comunicazione del Consiglio Regionale della Basilicata, Pierluigi Maulella Barrese, e di Tommaso Ruggieri, presidente e fondatore dell’associazione Amici della Basilicata in Lombardia ETS (per saperne di più qui), ente attivo nella promozione culturale della Lucania e nella riscoperta e valorizzazione degli astri lucani che, distinguendosi in terra natia e altrove, hanno portato almeno una volta l’interlocutore a chiedersi come mai non ha ancora visitato quella regione un po’ silente e misteriosa tra il tacco e la punta d’Italia.

Sinisgalli condivideva l’amore per la scienza con quello per la poesia. La poesia dell’incipit
è esemplare: S. non sconfina quasi mai nel realismo descrittivo piatto minuto e neppure nella denuncia dei mali sociali: la componente dominante è sempre quella autobiografica, (gli affetti familiari, il padre, la madre), ed anche il paesaggio lucano che da realistico e quotidiano si trasfigura fino ad assumere talvolta contorni mitici.
I giovanili studi matematici sono romani, e Roma non era solo la città di Fermi e della Regia Università, ma c’erano Ungaretti e la “scuola di Via Cavour”.L’impronta viva della temperie ermetica al suo culmine e con naturalezza e si depositò in un’emotività tesa e asciutta che sviluppava la parola di pari passo con la coscienza scientifica. Ne metteva a nudo la natura di “congegno”, scoprendovi la costante ricerca dell’armonizzazione dei saperi. ” Non solo un fatto di ragionamento, dunque, ma esigenza estetica, coscienza etica del “critico che non dimentica di essere poeta”.