Cinque poesie di Francesco Vico dalla silloge “Spoiler: alla fine muoiono tutti”, Associazione Culturale Librido – 2017, con una nota dell’autore

spoiler - Copertina

Alcune delle “cose” qui raccolte sono già comparse, in forma lievemente differente, in altri luoghi. Ho deciso di includerle da un lato perché si tratta delle versioni più recenti – certe cose non smetterò probabilmente mai di riscriverle, correggerle, ritoccarle – e in parte perché si tratta di testi che mi capita spesso di leggere dal vivo, quindi averli in un unico posto mi semplifica le cose. Il fatto poi che leggendole spesso dal vivo mi porti a modificarle più spesso di altre non rende queste versioni quelle “definitive”, condizione che si avvererà (mi auguro) (nonostante il tema di questa raccoltina) il più tardi possibile. Quando ho iniziato a pensare a questa pubblicazione nell’estate 2016 il titolo provvisorio era “Il sonno della ragione non genera Pokémon”, titolo perfetto se la pubblicazione stessa fosse uscita nell’estate 2016. Il titolo attuale, oltre ad essere più appropriato con quello che si è rivelato il contenuto che via via prendeva forma, vuole provare ad essere meno incline a “passare di moda”, anche se di sicuro parecchie delle cose contenute qui, se già non lo sono, saranno obsolete in un periodo più o meno breve. Mi auguro che almeno il titolo resti contemporaneo almeno per il tempo necessario al tragitto tra il computer e la tipografia.

 

Tanka

L’unico suono:
nascosti dentro ai muri
grilli elettrici
discutono tra loro
senza niente da dire.

 

Alice nello specchietto potrebbe apparire più
piccola di quanto in realtà sia

dice il Gatto ad Alice
che chiede la strada
“se non sai dov’è che vuoi andare
non importa la strada che prendi.”
e questo vale per tutti
entro limiti incerti,
per esempio questa mattina
la strada da fare la so,
so persino dov’è che ho da andare
e tutte le curve, i semafori,
i dare-la-precedenza e gli stop,
i tratti di asfalto usurato, le buche e i rattoppi.
eppure lo scooter non parte
(dev’essere la batteria)
e mentre bestemmio colpendo il manubrio
lo sento alle spalle sorridere
con quel sorriso un po’ inglese un po’ egizio.
ha un senso dell’umorismo
che a volte è peggiore del mio.

 

Troppi gatti randagi in Wisconsin:
autorizzata la caccia al felino

Cos’hai pensato quando hai saputo
che nel Wisconsin sparano ai gatti?
sono troppi e son troppo randagi
urgon misure drastiche e urgenti!
Faranno le ronde, già ce li vedo
i vecchi figli dei padri fondatori
con quell’entusiasmo da bravi americani
lo schioppo in spalla e la muta di cani
trovarsi alla sera nel bar per bere un bianchino
“ne ho preso uno grosso così
pesava almeno otto chili”
e gli altri sorridono: sanno
che quello lì è un gran cacciaballe
ed era un micetto, una palla di pelo
neanche buono da farci il brodo.
Cos’hai pensato mentre il tuo Ulisse
faceva le fusa sulla poltrona?
Magari anche tu l’hai sentito
quel brivido, un attimo d’indignazione:
per questo subito hai telefonato
per sapere se avevo saputo
e cosa contavo di fare.

Ci devo pensare
se continuare a chiamarti micina.

 

Riscaldamento glocale

Fa troppo caldo per alzarsi dal divano
per fare qualsiasi cosa
men che meno incontrare altre persone.
Per fortuna col portatile sulle gambe
posso raggiungere chiunque in tutto il mondo.
(E che poi la causa di tutto il caldo che sento
sia il portatile che scalda per la ventola intasata
è un dettaglio secondario, il prezzo da pagare
per questa mia connettività glocale).

 

Un’ultima poesia

Un’ultima poesia
prima di andare
che è il modo migliore di fare.

Ci si ricorda sempre
dell’ultimo verso, dell’ultima canzone,
dell’ultimo bis, dell’ultima poesia.
L’ultimo sangue versato
è sempre il più rosso.
Un’ultima poesia che è tardi, devo andare,
il cappotto ben chiuso e le scarpe allacciate,
in bocca il sapore dell’ultimo bacio
o dell’ultima birra
e si parte: se mi cerchi
sono a fare la spesa.

Francesco Vico

1 commento
  1. Ho trovato geniali per invenzioni, ironia, disincantata e lieve amarezza in contrappunto con dolcezze austere i componimenti di Francesco Vico, che non conoscevo. Che sopravviva con allegra antiautoreferenzialità una linea poetica avanguardistica sia sul piano tecnico che estetico mi pare una fonte di ricchezza per la poetica contemporanea.

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